mercoledì 3 ottobre 2018

Recensione Gaston Levrè di Alessia Cucé.



TRAMA





Il bisogno di urla e sangue fanno da contrappeso al mio bisogno di dolcezza e delicatezza.

Sono esattamente tanto spietato e crudele quanto delicato e gentile. Un perfetto bilanciamento tra Yin e Yang, tra oscuro e luce, tra demoni e dèi, che devono pesare ugualmente sulla bilancia della mia vita perché io rimanga tranquillo.

In un uomo come Gaston Levrè gli equilibri sono tutto, ma dopo il cambio di rotta dei suoi amici narcotrafficanti decide di rimettersi in gioco e puntare sul commercio di qualcosa che lui ha sempre amato: i diamanti.

Ma l'Africa è un paese insanguinato, pieno di pericoli insidiosi e di ricordi ancora più pericolosi, capaci di far riaffiorare le paure di un uomo che ha sempre avuto due personalità contrastanti dentro: da un lato un perfetto gentiluomo, dall'altro un torturatore spietato e assetato di sangue.

Ma quella stessa terra così piena di morte custodisce anche l'unico diamante prezioso e inestimabile che le tortionnaire abbia mai desiderato: Khoeli.



RECENSIONE

  

Capita sempre più spesso di rimanere incantate/i da una forte personalità quando si legge una storia, anche se appartenente a un protagonista secondario. Per chi ha letto Rey e Reina, ovvero Narcos 1 e Narcos 2, sa di cosa parlo.

È proprio in Narcos che ci imbattiamo per la prima volta in Gaston Levrè o “le tortionnaire”, sappiamo quindi delle sue qualità, del suo modo di fare, della sua personalità. Non sto qui a elencare una sua biografia, la mia scelta non è dall’arroganza è solo che non amo sapere in anticipo ciò che andrò a leggere, quindi per chi ha seguito, segue e seguirà le mie recensioni, non troverà mai un sunto di ciò che si può evincere dalla stessa sinossi. Credo che la bellezza di leggere  stia proprio nello scoprire da cosa parte, la sua evoluzione e, di conseguenza, il finale che porta un autore/trice a regalarci emozioni.

Con Alessia Cucè scoprirete che le emozioni faranno da cornice a questo suo nuovo lavoro, sapranno avvinghiarvi da subito e, difficilmente, avrete il desiderio di fermarvi senza prima essere giunte/i alla parola fine.



Ho avuto modo di conoscere Alessia Cucè in altre sue storie, nel mio kindle ho tutti i suoi titoli. Il suo stile mi ha sempre coinvolto in maniera totale, la sua scrittura cattura l’attenzione del lettore fin dalle prime righe. La descrizione dei suoi protagonisti, quella dell’ambientazione in cui la storia si dipana, di tutto ciò che circonda e arricchisce i protagonisti è sempre ricca di particolari che ne suscitano la curiosità, il sapere, la brama di volere arrivare nel cuore della lettura per farsi assorbire e incantare.

Anche con Gaston diverrete smaniose di giungere alla fine per poter condannare o assolvere quest’uomo che tutti temono, chi più chi meno, quest’uomo che ha dentro di sé “Un perfetto bilanciamento tra Yin e Yang, tra oscuro e luce, tra demoni e dèi”.

Non per tutti sarà facile accettare Gaston, ma come Khoeli si scalda ai raggi del suo sole, così desidererete diventare la luna di Gaston. Sono convinta che ciò vi stuzzicherà parecchio, ma per dare spiegazione a questa analogia non dovrete perdere la lettura di quest’uomo intrigante.



Se si è una lettrice accanita come me, saprete e converrete con me, che pur volendo a tutti i costi dare a chi legge recensioni, gli sproni per buttarsi a capofitto nella lettura recensita, non si è mai capaci di essere suadenti e convincenti, ecco perché alcune volte ho preso in prestito delle parole che maggiormente hanno influenzato le mie emozioni, anche per Gaston ho avuto bisogno di un’espressione che troverete all’interno stesso della sinossi.

Il mio consiglio? Partite da questa espressione, scavate fino in fondo, non abbiate paura di sporcarvi le mani, solo così potrete capire, perdonare e amare tutto ciò che è stato “Le Tortionnaire”.

Grazie per l’attenzione, buona lettura e alla prossima.

Asiul Anaid





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