martedì 28 agosto 2018

Recensione Memento di Laura Pellegrini



Trama

Berlino, novembre 1989
Un bambino della Germania dell’Est vede cadere davanti ai propri occhi il muro che divide la città, lo stesso giorno in cui assisterà alla caduta della propria famiglia.
Costanza, febbraio 1994
Un intero quartiere viene dato alle fiamme. Un uomo ha dato vita alla propria vendetta uccidendo ogni singola persona, tranne una. La colonna di fumo nero si staglia su di un cielo azzurro mentre gli occhi chiari di una bambina piangono lacrime inconsolabili.
Berlino, oggi.
Un fucile di precisione, il tetto di un palazzo, una falce di luna che galleggia nel cielo scuro. E’ notte e fa freddo. Dikran Petrosyan, per tutti Eis, è un sicario, è la mano stessa della morte e non sbaglia mai. Ma ciò che Dikran non sa è che è un uomo braccato. Qualcuno vuole la sua vita, lo stesso qualcuno che vuole vendetta.
Una partita a carte giocata con la morte stessa. Nessun amico, solo nemici e due anime perse che si incontrano tra un passato e un presente che si mescolano in un unico destino.
Può un uomo solo rovesciare le sorti dell’intera Europa? Può il desiderio di vendetta essere superiore a quello dell’amore?


Non avendo mai letto un libro della Pellegrini, non saprei dirvi se gli altri sono più belli, più romantici o più erotici, ma una cosa è certa, questo non è a parer mio un libro romantico, anzi la storia è un intreccio di stupri, dolore, sangue e morte. All'inizio la trama non è ben chiara, perché la scrittrice con i suoi sbalzi temporali nel presente e nel passato crea confusione, nella seconda parte finalmente i personaggi si incontrano nello stesso tempo e tutto si svolge in Germania. Pensi o meglio speri che stia per nascere una bella storia dolce, piena di amore, fatta di corteggiamenti e tutto ciò che ti aspetti da una storia romantica, invece non ho trovato nulla di tutto questo, ma solo delle sussurate sporadiche frasi dolci e a volte a doppio senso.



Non posso dire molto, ma i protagonisti fanno del loro dolore, la loro più grande forza e visto che sono simili, si attraggono e si respingono. Nella storia c’è  violenza, sangue e morte. I personaggi sono Dikran soprannominato ais (ghiaccio) ha quasi 40 anni ed è armeno… bello, alto, moro, viveva nella vecchia Germania dove all'età di 10 anni ha capito che la sua infanzia non sarebbe stata come quella dei suoi coetanei, perché sarebbe diventato ciò che nella sua famiglia si tramandano da generazioni “un assassino” spietato come pochi, solo un pensiero gli dà la forza di sopportare tutto, “la vendetta” Imperia è una donna bellissima, capelli neri lunghi e occhi azzurri, spezzata da tanti anni di abusi, violenze fisiche e psicologiche. È  stata addestrata per uccidere, a non sentire dolore e a non provare nessuna emozione, ma quando lo vede per la prima volta qualcosa in lei si piega e nel petto comincia a udire uno strano rumore.



L'autrice è stata brava a descrivere le scene più crude e violente. Lo stesso trasporto non c'è nelle scene di sesso, anche se tra i due personaggi si capiva che c'era una forte attrazione. La scrittura dell'autrice, essendo alquanto articolata e forbita, non è alla portata di tutti. Questo elemento, insieme ai salti temporali che fanno distrarre dalla lettura, ha portato alla mia valutazione. Arrivederci alla prossima lettura, la vostra Mara.





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